Quando, nell'autunno del 1753 Raimondo di Sangro, principe di Sansevero (1710 - 1771), diede alle stampe la Supplica umiliata alla Santità di Benedetto XIV, l'atmosfera intorno a lui si era fatta arroventata. La recente pubblicazione della Lettera apologetica, la sua opera pretestuosamente incentrata sul sistema di notazione e scrittura dei quipu peruviani, aveva infatti provocato reazioni a catena negli ambienti ecclesiastici, culminate con la messa all'Indice del libro e la divulgazione di un pamphlet diffamatorio a firma dell'abate Innocenzo Molinari.
Nella Supplica il Principe - dando prova di una vasta cultura e di una mordace abilità' dialettica - passa in rassegna e confuta le obiezioni dei suoi zelanti avversari, imperniate sugli scottanti temi da lui toccati nella Apologetica, quali, tra i tanti, l'origine del mondo, dell'Uomo e della scrittura, i miracoli, la libertà' di pensiero, il panteismo. In particolare, l'autore replica alla insinuazione secondo cui il proprio scritto avrebbe inteso veicolare attraverso un "maligno gergo" contenuti esoterici e principi contrari alla dottrina della Chiesa: l'unico "innocente gergo" che di Sangro riconosce di aver utilizzato è l'ironia.
Se a un primo impatto le contro-argomentazioni opposte dal Principe sembrano sgombrare il campo da ogni equivoco, a un'attenta lettura si ricava l'impressione che anche in questo brillante saggio di equilibrismo sul filo dell'ortodossia cattolica - indirizzato al Papa per ottenere la derubricazione della Apologetica dall'elenco dei libri proibiti - l'autore abbia intenzionalmente mantenuto un velo di mistero intorno al reale significato del proprio messaggio.
Al testo disangriano, introdotto e annotato da Leen Spruit, fa seguito una ricca appendice documentaria che consente di ricostruire, attraverso le parole dei personaggi coinvolti, le vicende che portarono alla pubblicazione della Supplica, al decreto borbonico di condanna di Molinari e alla riconferma della proibizione della Apologetica da parte della Congregazione dell'Indice. Un'ampia panoramica sull'intreccio tra religione, politica e cultura nella penombra del Secolo dei Lumi.
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