L’esposizione intende essere un tributo alla memoria di un uomo che, con le sue opere e la sua instancabile committenza, ha fatto grande la Napoli borbonica. Come tale, l’esposizione non ha la pretesa di illustrare tutte le sfaccettature della personalità del principe di Sansevero, ma persegue il solo intento di ricordare, attraverso opere d’arte, oggetti, libri e documenti, alcuni momenti della sua vita e alcuni aspetti della sua poliedrica attività.
I nostri omaggi, principe! non è la prima mostra dedicata a Raimondo di Sangro a tenersi negli spazi della Cappella Sansevero: nel 2006 Chartulae desangriane - Il Principe committente ha fatto conoscere documenti riguardanti perlopiù il mecenatismo artistico del di Sangro, mentre l’anno successivo con Parole Maestre. Libri antichi e rari per il principe di Sansevero i visitatori hanno potuto apprezzare le pregiate edizioni, provenienti da collezioni private, di opere a stampa scritte da Raimondo di Sangro e di tante altre che hanno di lui trattato. Mai prima d’oggi, però, erano state esposte carte d’archivio originali e opere d’arte conservate presso importanti Enti e Musei pubblici della nostra città.
Diciotto in tutto le opere esposte. A ricordare cariche e onorificenze del principe ci saranno: la chiave da Gentiluomo di camera con esercizio di Sua Maestà, titolo di cui il principe fu insignito da Carlo di Borbone nel 1737; lo statino militare del principe di Sansevero, nominato Colonnello del Reggimento di Capitanata nel 1743; l’uniforme, il manto e la placca da Cavaliere del Real Ordine di San Gennaro, risalenti al XVIII secolo.
Sansevero fu un instancabile mecenate, e tra le opere da lui commissionate vi fu anche il celebre Cristo velato (1753), scolpito da Giuseppe Sanmartino: per la prima volta nella Cappella Sansevero saranno esposti il bozzetto in terracotta del Cristo velato, opera di Antonio Corradini, e una fede di credito attestante un acconto di cinquanta ducati corrisposto dal principe Raimondo di Sangro per la statua. Un fregio a meandro proveniente dalla Villa dei Papiri di Ercolano, al quale con ogni probabilità il principe si ispirò per il pavimento a motivo labirintico della Cappella, sarà messo a confronto con un lastra del pavimento settecentesco; i visitatori potranno ammirare inoltre i colori della Madonna con Bambino (1757) di Giuseppe Pesce.
Diverse le opere che documentano le attività di letterato, editore e inventore del di Sangro: l’edizione originale della Lettera Apologetica, capolavoro letterario del principe, il cui frontespizio è stampato in più colori con una sola tirata di torchio, e la polizza di pagamento per i caratteri della stamperia; un’edizione clandestina della tipografia di Sansevero, contenente il seicentesco romanzo esoterico Il Conte di Gabalì di Nicolas Pierre Henri de Montfaucon de Villars e Il Riccio rapito, poemetto eroicomico di Alexander Pope; lo speciale archibugio inventato da di Sangro nel 1739 e donato al Re; un’incisione in rame con l’illustrazione della carrozza marittima progettata dal principe di Sansevero; una rara edizione che riporta una breve descrizione del palco pieghevole, la prima invenzione di Raimondo di Sangro.
Saranno in mostra, infine, due ritratti del principe di Sansevero: un olio su tela ovale (1745-1750 ca.) attribuito a Francesco De Mura e un’acquaforte di Ferdinando Vacca (1747-1750 ca.) derivata da un dipinto di Carlo Amalfi.